Cosa ti ha spinto a realizzare tutto questo?
Mi sono posto diverse volte questa domanda. Da piccolo ero un bambino curioso e quando andavo in azienda con mio padre facevo sempre un sacco di domande su tutto e dove c’era un lavoretto da fare non tiravo mai indietro.
Quando ho finito gli studi ho provato ad aprire una mia azienda nel settore informatico e ho commesso diversi errori ma proprio questi errori mi sono serviti quando mio papà è venuto a mancare e ho dovuto prendere in mano l’azienda. In quegli anni non stavamo vivendo un momento positivo perché i mercati cambiavano velocemente e noi non eravamo pronti al nuovo mondo dei compositi.
Credo però che la vera risposta alla domanda sia racchiusa nel fatto che adoro le sfide. Avevo capito che tutti, in quel momento particolare, contavano su di me. Io ero spaventato ma non potevo darlo a vedere, avevo dei bimbi piccoli, una famiglia da mandare avanti e dei dipendenti che, se pur pochi, contavano su di me.
Non volevo fallire e, con la famiglia al mio fianco, ho fatto come fanno i pugili quando subiscono un colpo: sono caduto ma mi sono rialzato. Le sfide però non finiscono mai e anche nei momenti più delicati oggi posso contare sulle persone che mi affiancano e che sono la mia arma vincente.